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Alcuni esempi di Mia Hand (immagine tratta dal sito https://www.mia-hand.com/)

Nel corso della manifestazione Exposanità, che si è tenuta a Bologna dal 17 al 19 aprile scorso, abbiamo potuto incontrare i ricercatori di Prensilia, azienda toscana che si occupa di progettazione e sviluppo di mani robotiche in campo medicale o industriale, che hanno presentato la loro ultima creazione: la mano robotica MiaHand (https://www.mia-hand.com).

MiaHand è una mano mioelettrica multiarticolata, dotata di tre motori: uno per il pollice, uno per l'indice e uno per le rimanenti dita della mano, che viene montata su invasature mioelettriche standard.

Attualmente disponibile in una sola misura, verrà in fututo realizzata in altre taglie.

Nasce per non essere camuffata da guanti cosmetici (che comunque sono a disposizione del cliente). Rende disponibili svariate e coloratissime skin, che possono essere scelte con il configuratore  alla pagina: https://www.mia-hand.com/configuratore/.
Inoltre consente di personalizzare ben quattro elementi esterni: il guanto, le dita, i polpastrelli e la cover protettiva da applicare sopra al guanto.

Mia Hand offre 5 prese, eseguendo 7 dei 10 gesti principali utilizzati nell’80% dei movimenti quotidiani.
La scelta tra le prese e la configurazione della mano avviene tramite un'app connessa via bluetooth alla mano.

Verrà commercializzata tramite le officine ortopediche, con un prezzo che dovrebbe aggirarsi sui 15mila euro.

La batteria è pensata per durare a lungo, più di un giorno: quando non si usa la mano, si spenge automaticamente per risparmiare corrente.

Il peso è di circa mezzo chilo. E' veloce e silenziosa.

Si può indossare fino a un livello di amputazione pari alla dislocazione del polso. Per chi ha amputazioni al di sopra del gomito, è compatibile con i gomiti inail.

Un ragazzo francese perde la mano in fabbrica. Qualche anno dopo progetta e realizza grazie a una stampante in 3D una mano bionica a basso costo. E la presenta al Maker Faire di Roma

Dopo l'esperienza del sudafricano  Richard Van As e dell'americano Ivan Owen, autori di una protesi meccanica per amputati di dita (soprannominata RoboHand), ecco una protesi "low cost" realizzata in Francia. Entrambi i progetti utilizzano la tecnologia delle stampanti 3D e vedono coinvolti degli amputati per la realizzazione di protesi funzionali a basso costo.